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OMBRE IN PARADISO
(VARJOJA PARATIISISSA)
(SHADOWS IN PARADISE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 23 luglio 2007
 
di Aki Kaurismäki, con Matti Pellonpää, Kati Outinen, Saku Kuosmanen, Esko Nikkari, Killi Köngäs, Pekka Laiho, Jukka-Pekko Palo, Ulla Kuosmanen (Finlandia, 1986)
 

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Reso finalmente celebre il proprio autore anche fuori dai confini nazionali in seguito alla proiezione della Quinzaine di Cannes dell'87, OMBRE IN PARADISO è per certi aspetti il primo "vero" Kaurismäki. Capace non solo di proporre quello che costituirà il primo capitolo di una sua "trilogia operaia" (seguiranno ARIEL e LA FIAMMIFERAIA) ; ma di esporre con una chiarezza impressionante i confini del proprio mondo poetico.

A prima vista, OMBRE IN PARADISO è un banale melodramma, la travagliata storia d'amore fra un onesto e relativamente seducente addetto alla nettezza urbana e una cassiera un poco più aggraziata, ma egualmente disastrata esistenzialmente di un supermercato. All'interno di quello che il leggendariamente caustico autore definisce "un film lucidamente realista offuscato da un finale di aberrante ottimismo che sono ben lungi dal condividere" l'apparente banalità delle situazioni e dei personaggi nasconde tesori di umanità e di osservazione esistenziale. Analisi di due solitudini (" la solitudine degli altri ci sembra sempre poetica...") ma anche di un contrasto clamoroso: osservato nei minimi dettagli da uno sguardo capace come pochi di isolare un personaggio o un oggetto da quanto gli sta attorno. L'ambiente, da un lato,con la sua violenza, i suoi rinvii alle ingiustizie, alle differenze di classe, di accesso al benessere che ancora sussistono nell'agiata Finlandia di quegli anni Ottanta. Dall'altro, il nucleo umano contenuto in tanta amarezza: una storia d'amore, splendida perché semplice, quasi scialba, credibile poiché utopistica nel suo provocatorio ma anche tenero romanticismo.

Non stupisce a questo punto che il protagonista del film, Matti Pellonpää, sia diventato anche in seguito a OMBRE IN PARADISO non solo una sorta di prolungamento dello sguardo di Kaurismäki, ma una figura nella quale la Finlandia tutta ha finito per identificarsi fino alla sua prematura scomparsa. Ed il film sia rimasto il più amato del suo autore fra il pubblico di casa, perlomeno fino al 2002 di L'UOMO SENZA PASSATO. Quasi fosse consapevole che quell'essenzialità dello stile di OMBRE IN PARADISO, quel pudore minimalista dello stile che apparenta Kaurismäki ad un Bresson più fragile e lunare non rispondeva ad un vezzo intellettuale. Ma ad un desiderio autentico, oltre che sarcastico di guardare dal basso, senza fronzoli inutili, alle discriminazioni più vere della costruzione sociale.

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Having finally made its author famous beyond national borders following the Cannes Fortnight screening in '87, OMBRE IN PARADISO is in some respects the first "real" Kaurismäki. Capable not only of proposing what will constitute the first chapter of one of his "opera trilogies" (ARIEL and THE FIAMMIFEREIA will follow); but of exposing with impressive clarity the boundaries of his own poetic world.

At first glance, SHADOWS IN PARADISE is a banal melodrama, the troubled love affair between an honest and relatively seductive garbage collector and a slightly more graceful, but equally existentially devastated supermarket cashier. Within what the legendarily caustic author calls "a lucidly realistic film clouded by a finale of aberrant optimism that I am far from sharing" the apparent banality of the situations and characters conceals treasures of humanity and existential observation. An analysis of two lonelinesses ("the loneliness of others always seems poetic to us...") but also of a resounding contrast: observed in minute detail by a gaze capable like few of isolating a character or an object from what is around it. The environment, on the one hand, with its violence, its references to the injustices, class differences, access to wealth that still existed in the affluent Finland of those 1980s. On the other, the human core contained in so much bitterness: a love story, splendid because it is simple, almost drab, credible because it is utopian in its provocative but also tender romanticism.

It is not surprising at this point that the film's protagonist, Matti Pellonpää, became, even after OMBRE IN PARADISO, not only a sort of extension of Kaurismäki's gaze, but a figure with whom the whole of Finland ended up identifying until his untimely death. And the film remained his auteur's best-loved among audiences at home, at least until 2002's THE MAN WITHOUT A PAST. Almost as if he was aware that that essentiality of style in SHADOWS IN PARADISE, that minimalist modesty of style that likens Kaurismäki to a more fragile and lunar Bresson, did not respond to an intellectual quirk. But to an authentic as well as sarcastic desire to look from below, without unnecessary frills, at the truest discriminations of social construction.

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